Ci sono differenti fattori, definiti protettivi, che aiutano la persona a diventare resiliente.
Vi è un sostanziale accordo sul fatto che possono essere interni oppure esterni alla persona, su quali e quanti essi siano però la questione varia a seconda delle persone prese in considerazione, della situazione e dell’ambiente in cui vivono.
In generale si può affermare che tutti i fattori che aiutano la persona a crescere sono considerati fattori di resilience.
Fattori interni
I principali fattori interni sono il locus interno, ovvero la capacità di percepire le situazioni come influenzabili dal proprio agire.
Uno stile resiliente porta a pensare che i successi siano ottenuti grazie al proprio impegno e l’insuccesso alla mancanza di impegno, mentre uno stile depressivo per esempio ritiene che i successi siano dovuti a fattori esterni e l’insuccesso alla mancanza di talento.
Altri fattori interni sono un buon livello di autostima, quindi legato ad un’immagine positiva di se stessi e l’essere ottimisti. Anche il possedere differenti strategie di coping (cioè insieme delle strategie mentali e di comportamenti messi in atto per fronteggiare situazioni stressanti) aiuta la persona a trovare le soluzioni ai problemi che deve affrontare e a ridurre lo stress sperimentato in situazioni difficili.
Infine l’autoefficacia percepita, ovvero le nostre convinzioni sulla nostra capacità di ottenere determinati risultati.
Fattori esterni
Il fattore esterno più importante è la famiglia, e qui si intende anche l’avere un solo genitore che si prende cura del bambino quando è piccolo, o avere un marito o una moglie con cui poter condividere i momenti difficili, o un familiare a cui poter fare riferimento.
In mancanza della famiglia, è il poter contare sul supporto sociale, quindi legato alle amicizie, ma anche ai gruppi informali che si frequentano, la presenza di istituzioni pubbliche, centri di aggregazione, ecc.
Altro fattore è la capacità di stabilire relazioni significative con altre persone o con un partner.